Giovedì sera parto. Vado in Calabria, a trovare mia madre. Dovere di figlia, dicono.Ma tornare laggiù non è mai una gioia ,per me.Il rapporto con mia madre è pressocchè nullo, anche se ci sentiamo due o tre volte a settimana pur non avendo praticamente niente da dirci. Lei rimane comunque sempre chiusa nel suo mondo e, invecchiando, non migliora davvero. Io ho smesso , da poco, purtroppo, di cercare un modo per arrivare al suo cuore. E’ fatta così e basta. Dura e difficile, un abbraccio quando arrivi e uno quando parti…anche se poi ti vorrebbe lì con lei sempre…ma solo per farle compagnia. Di me, di chi sono davvero, delle mie gioie e dei miei dolori non le importa nulla, credo. Non mi ha mai chiesto nulla della mia vita da single di ritorno, mai, in tutti questi anni. Così, tutto si risolve in questi arrivi e partenze lungamente attesi e temuti (da me). Perchè ancora adesso, mi fa sentire inadeguata. Ancora adesso aspetto una parola d’amore. Ancora adesso aspetto le coccole. Da vera idiota. E ho messo così tanti chilometri tra me e lei perchè solo da lontano riesco a trovare un po’del distacco necessario per guardarla senza massacrarmi. Ancora. E poi…tornare in quella casa e non trovarci più lui, mio padre…litigi e mugugni a non finire, tra noi, anche da lontano…ma quante parole e quante cose da dirci! e gli altri…carini, affettuosi, ospitali……prelibatezze in tavola, sempre,ma davvero mai una parola vera, mai che mi abbiano dato l’impressione di pensare davvero alla mia esistenza, quasi che io, risalendo su quel treno, mi dissolvessi nel nulla, per tornare ad essere solo una voce al telefono .Senza una vita vera, una storia, un mondo. Forse non bisognerebbe mai andar via. perchè tornare, anche solo per una settimana, è come dimenticarsi in un angolo la propria pelle e tornare a riprendersela dopo, scendendo dal treno, col terrore di non trovarla più. E quando torni, ti rimane comunque dentro quel senso di nulla, di tempo perduto, di tristezza, per quello che avrebbe potuto essere e non è mai stato, per quello che dovrebbe essere e non è.Però hai nella valigia i torroncini e la ‘nduja. Ma non è questo a rendertela pesante, no.
Ma la piccoletta, zitta zitta, domani arriva da Bologna,( “così ti porto al treno” ha detto), giusto due giorni, per un saluto.
Per quell’abbraccio vero che lei sa, in qualche modo, che continua a mancarmi ancora adesso, nonostante tutto.
