Perdere è una questione di metodo

Il giorno dopo/2.

Piove. Una domenica un po’ triste e inutile, voglia di far nulla , solo sentire un po’ di musica, leggere, pensare.

Pensare a ieri, 25 aprile .

Giornata piena di sole e calda, luminosa. Passata in buona parte in terrazzo, a fare quel che si doveva, per dargli di nuovo il bell’aspetto della primavera e dell’estate,con l’aria un po’ tiepida che ti accarezzava il viso.

E poi il solito ,un tempo festoso, pranzo della Liberazione, con i soliti amici, per te solo una bistecca e insalata, niente vino, purtroppo, e tornare in fretta a travasare le rose e concimare il gelsomino.

Ma non avevi messo fuori la bandiera, ieri, venticinque aprile.Per la prima volta dopo tanti anni il tuo tricolore non era fuori a sventolare.

Perchè non ce l’hai fatta a festeggiare , quest’anno, anche se in fondo a te stessa ti sentivi un po’ in colpa di non aver salutato un giorno speciale nel solito modo.

Perchè non puoi accettare che qualcuno pensi, domani, di chiamare quel giorno speciale con un altro nome.

Perchè non puoi festeggiare la Liberazione insieme a quelli da cui i Partigiani ci hanno liberati.

Perchè non puoi sentir dire tranquillamente che è ora di voltare pagina, e questo voltare pagina significa solo dire che chi è morto a vent’anni per la libertà di noi tutti era  uguale a quello che è morto a vent’anni per difendere la Germania di Hitler e i campi di sterminio.

Perchè non ce la fai a vedere la parata di autorità ( quasi tutti exfascisti), non ce la fai a sentire i discorsi di facciata, a vederli tentare di appropriarsi di una cosa che non gli appartiene e in cui non credono.

Perchè ti fa male, ma proprio male, guardarli distruggere allegramente il sacrificio di tanti, guardarli ridurre tutto a una semplice operazione di consenso, sporcare persino la memoria.

E allora pensi , con cattiveria, che forse questo paese non meritava nessuna Resistenza. Meritava forse di essere completamente raso al suolo come la Germania di Hitler.

Forse, così, qualcosa avrebbe imparato davvero.

Forse, così, gli sarebbe passata la voglia, ma definitivamente, di riprovarci.

Forse, così,sarebbe stato un po’ più difficile mescolare le carte.

Comunque, buona domenica ( di pioggia).

Commenti su: "Il giorno dopo/2." (9)

  1. Eh sì, vogliono farci intendere che l’Italia fu liberata dagli americani che amavano “pizza-sole-amore”, mentre non trovarono niente di buono in Germania per cui la bombardarono all’inverosimile (Dresda docet!).
    Eh sì, in Italia i liberatori americani diedero il “permesso” ai loro soldati di stuprare donne italiane, ed altre piccole quisquilie e pinzillacchere che generalmente i liberatori fanno.
    Ora ci pacificheremo tutti, chi ha combattuto contro il nazi-fascismo e chi era fascista molto nazi, e cambiamo il nome alla festa, non più della liberazione (il 25 aprile gli americani non erano ancora arrivati a liberare le città del nord dai nazi-fascisti) ma festa della libertà, anzi, meglio, del popolo della libertà!

  2. E’ questo a rendere tutto tragico e assurdo…questa sicumera , questa furbizia da quattro soldi, e la consapevolezza che forse riusciranno anche in questo!!!

  3. coccoina ha detto:

    “Meritava forse di essere completamente raso al suolo come la Germania…, la consapevolezza che forse riusciranno anche in questo…”.
    .
    E’ accaduto, raperonzola—e accade e accadrà.
    Ed è la gente, gli uomini e le donne, che fanno ‘si che accada.
    Fino ad ogni prossima volta: è la nostra natura, il nostro modo di vivere la vita, la cultura della nostra ‘civiltà’, fatta di coltelli e di cerotti, soldati e crocerossine: stessa commedia, stesso teatro—l’unico..
    Non crucciarti, ti prego—sai bene cosa accade quando qualcuno imponga cosa fare a star meglio.
    Finché non nasce dentro quel che nemmeno so, niente di nuovo accade, io credo.

  4. Il disgusto che provo in questi giorni e’ totale. Vedere i fascisti all’ altare della Patria comportarsi da chierichetti da’ il voltastomaco. E lui, lui con il fazzoletto al collo…..

  5. ci provo a non crucciarmi, Coccoina, ci provo.
    Sì appunto angelina, lui ,col fazzoletto al collo…

  6. Per decenni, da comunista, sono stato sottoposto a esami di democrazia da parte degli altri.
    Quelli che con la politica facevano affari, che lottizzavano, che coprivano stragi e attentati, che mandavano l’Italia in bancarotta e che in parte (solo in piccola parte, purtroppo, sono finiti in galera negli anni 90).
    Ora io dovrei fare gli esami di antifascismo agli altri?
    Nossignore, io preferisco guardare avanti.
    Gli altri li critico per quello che fanno adesso, non per il loro DNA politico.

  7. io non li critico per il loro dna politico, li critico perchè manipolano la verità. Ti sembra troppo????

  8. La verità?
    Ma la verità ce l’hanno in tasca i preti e i dittatori.
    Vuoi appartenere a una di queste due categorie?
    Io no.

  9. ah neanch’io, aquila, se è per questo.Ma non mi piacciono lo stesso.

Scrivi una risposta a angelina66 Cancella risposta

♥ melodiestonate ♥

Un blog da leggere... .Per chi ha tempo da perdere...♥

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

bloggin'utile

Perdere è una questione di metodo

DaNein

L'iberté!!! Hégalité!!! Avv'inazzhé!!!

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Daily Godot's Weblog

Quando arriva Godot...

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Aquila Non Vedente

Aquila e tutta la sua famiglia (compreso Bibùlo)

angelinablogblog

Perdere è una questione di metodo

ANTANDBUTTERFLY

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo

Repubblica.it

Perdere è una questione di metodo